Quando penso al cavedano, penso ad un pesce molto complicato da ingannare con esche artificiali. A mio, modestissimo, parere è un pesce estremamente tecnico, eppure non molto considerato tra i pescatori. La tecnica che andrò ad analizzare, per il nostro amico cavedano, è la pesca a ninfa.
Io ho praticato maggiormente, se non esclusivamente, la ninfa in “high sticking”, tecnica che pone il pescatore alla distanza della canna dal pesce. Per un pesce così schivo e sospettoso, è una tecnica che non è così redditizia, ma curando l’approccio e analizzando correttamente lo spot, si possono avere delle belle sorprese. Per prima cosa, il tippet non dovrà superare lo 0,10 (max. 0,12) e dovrà essere, a seconda dello spot, abbastanza “sul lungo”. Dalla mia, modesta, esperienza ho notato che la scelta della ninfa non dovrà seguire la logica del “tipo di insetto” presente in quello spot, invece dovrà essere qualcosa che faccia contrasto con il fondale e che sia motivo di curiosità. Non dovranno essere, per forza, colori sgargianti o fluo, se non in caso di acqua velata. La dimensione non dovrà essere esagerata, l’amo del 12 rappresenta il giusto compromesso e l’amo jig la giusta forma per evitare le slamate ed avere un aiuto nella ferrata.
Immaginando di aver individuato una cascatina, l’approccio sarà in risalita per giungere alle “spalle” del pesce (di prassi). La ninfa verrà lanciata a monte della cascatina e si andrà a cercare il cavedano, esattamente, sotto la schiuma della cascatina. Questo per avere più probabilità di agganciare un pesce di taglia. Questo serve per limitare al massimo il tempo di reazione nell’attacco e evitare ispezioni da parte del cavedano. Se noi, in una pozza di acqua ferma, in presenza di un gruppo di cavedani composto da esemplari di diversa taglia, lanciassimo una ninfa, i primi a fiondarsi sull’esca saranno i piccoli. Facendo dondolare la ninfa nella pozza, si avvicineranno i più piccoli, poi, stimolati dalla competitività alimentare, si muoveranno quelli di taglia intermedia, ma i grossi si guarderanno bene dall’avvicinarsi all’esca.
Per prendere un cavedano grosso, bisogna che non ce ne siano di piccoli nelle vicinanze. Oppure che l’acqua sia “vivace”, per togliere il tempo di ragionamento al pesce.
Ricordiamo inoltre che, una volta catturato un esemplare di un gruppo di cavedani, se rilasciato nel gruppo, questo blocca l’attività predatoria degli altri, ponendoli in uno stato di apatia.
Solitamente il cavedano staziona in branchi in parti tranquille del corso d’acqua. Un metodo per riuscire a pescarlo in “high sticking”, è quello di accovacciarsi o usare ostacoli per non farsi vedere e sfruttare al massimo la lunghezza della canna. Nell’acqua lenta, i cavedani, hanno tutto il tempo di esaminare la ninfa, quindi andrà lanciata a monte per eseguire la passata e la si farà arrivare sul fondo, nella parte iniziale del quadrante della passata. Una volta che la ninfa toccherà il fondo, un piccolo gruppetto di cavedani andrà a guardare, a quel punto si completerà la passata sollevando la ninfa dal fondo con un movimento, non brusco ma veloce. In questo modo si stimolerà l’attacco di pesci di taglia intermedia.
Capita, a volte, di veder nuotare due cavedani di buona taglia in solitaria dal “gruppone”. Anche se avete la percezione di essere stati avvistati dal pesce, non esitate a provare un lancio nella loro direzione, non è raro che uno parta per assaggiare la ninfa. La brama di ferrare, assieme all’effetto lente dell’acqua, potrebbe farvi togliere l’esca di bocca al pesce. Dobbiamo avere fiducia e lasciare che la mangi e chiuda la bocca. Un cavedano di taglia ha una bocca dal diametro importante e praticamente liscia, sbagliare la ferrata è molto facile. Lasciamo che chiuda la bocca.
Per prendere un pesce così diffidente, l’unico vero segreto è osare senza timore.
Lasciamo la timidezza a lui.
Esche utilizzate.....
Nicola Tessarolo alias Tropicalpanino.
Edited by Spanna - 14/1/2022, 22:47
